Karpathos, la mia bella, montuosa, isola greca

Karpathos è per grandezza la seconda isola dei Dodecaneso. Isolata dal resto del gruppo insulare, sembra quasi galleggiare tra Rodi e Creta.
Del suo passato conosciamo ben poco; sappiamo comunque che all'epoca dell'apogeo dei Minoici si trovava sotto il loro dominio, mentre in seguito venne colonizzata dagli Argivi. Nell'epoca classica faceva parte della Lega Ateniese, come risulta dal suo contributo al tesoro della Lega con le quattro importanti città di Arkessia, Vrikous, Potidaio e Nyssiros, che si erano sviluppate sulla sua isola. Per queste sue quattro città, l'isola era conosciuta con il nome di Tetrapolis (quattro città). Alla fine del V secolo a.C. Karpathos passò sotto il dominio di Rodi.
Dopo la conquista delle città greche da parte dei romani l'isola seguì le vicende dell'Impero Romano e poi dell'Impero Bizantino. Dopo la distruzione dell'Impero Bizantino per opera dei franchi, nel 1207, Karpathos entrò a far parte dell'egemonia di Leone Gavalà.
Nel 1312 passò sotto Venezia, diventando un feudo della famiglia dei Cornaro, e nel 1538 venne infine conquistata dai turchi.
Gli abitanti di Karpathos presero parte alla guerra d'indipendenza dei 1821 e l'isola fu quindi annessa al nuovo stato greco.
Nel 1832 fu nuovamente ceduta ai turchi e nel 1912 fu annessa all'Italia fino al 1948, quando si unì definitivamente alla Grecia insieme al resto delle isole dei Dodecaneso.
L'isola di Karpathos, dalla forma lunga e stretta, è prevalentemente montuosa nella parte centrale e settentrionale.
La maggior parte delle sue coste scendono verso baie pittoresche e nella zona centrale l'isola è ricoperta di boschi di pini d'aleppo. Purtoppo nel 2004 un grave incendio a devastato la pineta tra Messochori e Lefkos. Il panorama non è più lo stesso, ma attraversare il bosco carbonizzato è un esperienza che non si dimentica facilmente. Il resto dell'isola è in gran parte ricoperta da una bassa macchia mediterranea che ha ripreso il sopravvento sui coltivi e gli oliveti. Spettacolari le fioriture di cisto e di ginestra in primavera, abbondantissima anche la scilla, di cui si trovano a migliaia i grossi bulbi che colonizzano anche le zone più rocciose.
Tante le piante aromatiche come il lentisco, il mirto e la salvia. Vicino agli abitati, dove c'è disponibilità d'acqua, ci sono lussureggianti orti pieni di fichi, mandorli, melograni e viti.

Al centro domina la montagna di Kali Limni, con 1215 m. d'altezza, che sembra dividere l'isola in due parti. Nella parte sud sono molte le zone pianeggianti. Qui si è sviluppata la maggior parte dei centri abitati, i cosiddetti Kalo Choria (Paesi Bassi). Nella parte nord invece, più montuosa, si trovano i Pano Choria (Paesi Alti).
Vicino alla costa settentrionale di Karpathos si trova l'isoletta di Saria, separata dall'isola da uno stretto canale. Qui, nella località di Palatia troviamo le rovine dell'antica Nyssiros. Il capoluogo di Karpathos è Pigadia, conosciuto ufficialmente con il nome di Karpathos, sulla costa sudest dell'isola, che è anche il porto principale. La città di Pigadia fu fondata nel XVIII secolo, in seguito all'aumento del flusso immigratorio, allo sviluppo dei commercio e alla svolta dell'isola da un'economia agricola a una navale.
La città di Pigadia fu costruita sul sito dell'antica Potidaio. Sulla collina di Kavo si sono conservate le rovine della sua acropoli. Nella località di Myli è stata scoperta una tomba dell'epoca micenea.
Da qui parte la rete stradale che porta ai Kato Choria dell'isola, come Menetes, la cui storia risale al Medio Evo quando gli abitanti dell'isola, per paura dei pirati che infestavano l'Egeo, abbandonarono la costa, dove avevano vissuto fino a quel momento, per trasferirsi nell'interno.
Più a sud, in una zona pianeggiante accanto al mare, troviamo il paese di Arkassa, costruito sul sito in cui si era sviluppata l'antica città di Arkesia. Sulla cima della collina di Palekastro si sono conservate le rovine dell'acropoli e resti delle mura.
Tra i punti d'interesse dell'isola vanno ricordate la chiesa bizantina di Aghia Sofia del V secolo d.c., diroccata, e quella di Ypapanti. Nella chiesa di Aghia Sofia sono stati trovati pavimenti dai mosaici squisiti, oggi esposti al museo di Rodi.
Aperi costituiva la capitale dell'isola fino al 1892. Qui un tempo sorgeva un castello per la protezione degli abitanti dai pirati. Questo paese, situato in una zona verdeggiante a nord di Pigadia, è uno dei paesi più ricchi dell'isola grazie alle rimesse degli emigranti, in gran parte abitanti nella zona di New York e Chicago che qui hanno costruito anche la loro seconda casa.
Più a ovest, a un'altezza di 450-460 m., si trova Volada, un paese con molte vecchie case dall'architettura tradizionale di Karpathos, che si distinguono per i loro pavimenti di ciottoli. Proseguendo la strada ci porta al paese di Otho, a 500 m. d'altezza, con una vista che abbraccia tutto l'Egeo sudovest. Qui, in una vecchia casa tradizionale dell'isola, si trova il museo del paese, dove viene esposto tutto il corredo di una tipica casa tradizionale. Nel paese di Otho troviamo pure l'importante chiesa di Theotokou dei XVII secolo.
Il giro dei Kato Choria finisce a Pyles, un piccolo borgo pittoresco con angusti vicoletti imbiancati e case vecchie. Separati dalla cima del Kali Limni si trovano i villaggi di Spoa e a Messochori, costruito ad anfìteatro, un altro balcone sull'Egeo. Interessanti sono le sue vecchie case tradizionali. Fuori dal paese trova la chiesa di Aghia Irini, con affreschi importanti. Vicino a Messochori e a Spoa troviamo tracce di torri medievali.

Ai Pano Choria di Karpathos appartiene il paese di Olympos, o Elympos, costruito sulle pendici e sulla cima di una collina impervia e cinto da montagne dal colore grigio-verde. Il paese, nascosto dalla parte dei mare, costituiva un altro rifugio degli abitanti di Karpathos dalle incursioni piratesche. Venne probabilmente fondato tra il X e XV secolo dagli abitanti della città di Vroukounta, qui giunti dopo la distruzione della loro città dal terremoto. Inizialmente era un abitato fortificato e nel suo punto più elevato si ergeva una torre. Con la cima del crinale come centro, dove si trova la chiesa del paese, le case di Olympos - puramente tradizionali - discendono l'una accanto all'altra sulle pendici creando un singolare complesso cubiforme mentre la serie dei mulini a vento petaliformi, oggi fuori uso, completano questa singolare e pittoresca immagine.
Gli abitanti di 0lympos, che vivono relativamente isolati dal resto dei mondo, conservano le loro tradizioni e non seguono lo sviluppo economico e sociale degli abitanti degli altri centri dell'isola. Il dialetto degli abitanti di Olimpos è molto particolare perché contiene molti elementi di lingua dorica. Il pittoresco Diafani, il secondo porto dell'isola, costituisce il porto di Olympos e dei Kato Choria di Karpathos, è situato sulla costa orientale e comunica con Pigadia prevalentemente con navi di linea.
All'estremo nord dell'isola, nel promontorio di Vroukounta, tracce di case e fortificazioni testimoniano l'esistenza dell'antica città di Vroukounta e nelle vicinanze, la tranquilla e remota baia di Tristomo, permette di fare un viaggio a ritroso nel tempo, tra antichi terrazzamenti e villaggi abbandonati. Anche nel tranquillo villaggio di Avlona, a pochi chilometri da Olimpos, è possibile vedere tradizioni e usanze ormai scomparse nelle altre isole come la battitura e il setacciamento del grano con gli animali, la cottura del pane nei forni a legna, la cardatura della lana, lavori in gran parte fatti dalle donne che ancora indossano i costumi tipici.